Ti trovi in una radura sperduta. È buio. Alberi spettrali ti
circondano. Il terreno sotto di te sembra fatto di terra morbida. Un’erba
grigia lo ricopre.
Ti volti e in lontananza vedi una luce fioca.
Corri verso questa luce. Hai l’impressione di essere
incredibilmente lento, nonostante lo sforzo della corsa. La luce si avvicina
lentamente.
Poi, d’improvviso inciampi e quando cadi a terra, il terreno
sotto di te è inconsistente ed inizi a precipitare.
Provi ad urlare ma dalla tua gola non esce alcun suono. Riesci
a sentire solo l’aria che ti fischia nelle orecchie mentre cadi senza fine. Il
terrore ha preso il sopravvento, assieme ad una strana sensazione che non hai mai
provato prima. Hai come l’impressione che tutto quanto intorno a te sia frutto
della tua immaginazione, ma allo stesso tempo più vero del reale e, sempre allo stesso tempo, alieno.
Nuvole oscure, riverberi di luce purpurea attraversano
questo cielo infinito ed oscuro.
Sotto di te, ora intravedi il suolo.
Sembrano le rovine di una città dimenticata, di un regno a
te sconosciuto.
Mentre il suolo sembra ormai a poche decine di metri, noti
che lungo le strade che conducono fuori dalla città, torreggiano degli strani
edifici a forma ovoidale.
Il terrore dell’impatto imminente ti invade la mente, mentre
fissi il suolo proprio sotto di te.
Poi un suono sordo e tetro.
Il tuo corpo è attraversato da una forza devastante. Il tempo sembra incredibilmente rallentato.
Senti chiaramente il tuo collo spezzarsi e
vedi il mondo ruotare pigramente tutt'attorno. Le tue interiora artificiali stanno
volando ovunque. I tuoi arti di costrutto sembrano esseri aberranti e contorti,
che rotolano lontano dal tuo corpo distrutto.
E un’instante più tardi un’onda di dolore che non avevi mai
provato prima invade la tua mente facendoti impazzire. Spalanchi la bocca nel
tentativo di urlare ma ti rendi conto che la tua mandibola non esiste più.
Il dolore e l’agonia crescono sempre più d’intensità e la
tua mente implora che tutto finisca. Desideri con tutto te stesso di morire.
Una luce fioca sembra avvicinarsi, dietro di te.
Un mantello scuro ti si para davanti. Una mano ossuta e
artigliata si posa sulla tua testa e ti solleva.
Nonostante tu sia ottenebrato dal dolore che continua ad
aumentare, riesci a capire che di te è rimasta solo il cranio spezzato.
Con una rotazione del polso, l’essere che ti ha raccolto, ti
sta delicatamente girando verso di lui.
Noti, nella rotazione, che indossa un lungo saio nero e che questo
ricopre quasi interamente il suo corpo, lasciando fuori solo le ossute mani dalla
pelle violacea. Mentre ruoti, sei sempre più prossimo alla sua testa e la fonte luminosa
sembra intensificare la sua luce.
Ora i tuoi occhi cadono sul volto dell’essere.
Ma il volto
non c’è… sotto il cappuccio vedi solo una spirale nebulosa che precipita in un
pozzo senza fine, verso una luce di puro orrore.
La mano dell’essere ti spinge verso il pozzo sotto il cappuccio.
Al dolore che non smette di crescere, si aggiunge ora la più grande paura che
tu abbia mai provato in vita tua.
E poi precipiti in quelle spire immonde.
Un suono gracchiante erompe dal centro del pozzo. Quel suono
si trasforma lentamente in una voce gracchiante e aliena. Quelle che sembrano
parole senza senso, assumono con il tempo un suono familiare e poi stranamente comprensibile, anche se sei certo non appartenga ad alcuna delle lingue a te
note.
Ti vedo… Tu… traditore…
Zrivakri…
No… tu non sei il
ricettacolo… il Sogno Dorato è morto…
Un turbine ti avvolge e tutto intorno a te è un vortice di ombre
e visioni del tuo passato.
Vedo dentro di te…
sei solo un misero guscio vuoto… un’anima scartata… come hai potuto raggiungere
il Reame dei Sogni…
Come lampi improvvisi i tuoi ricordi si proiettano sulle
spire nebulose .Vedi le torri di Arcanix, ritrovi alcuni dei luoghi del tuo
addestramento e poi gli orrori della guerra. Poi il buio.
I tuoi ricordi…
una vita lunga ed inutile… Cantore della Lama… estinti…
Guerra… morte… il
buio…
Inutile ciclo di
eventi… banale…
E questo… cos'è…
E infine i volti dei tuoi compagni, dalle battaglie nell'arena
alla vittoria su Ignitus.
NO! NOOOO!!!!
La voce che ossessionava la tua mente cessa di parlare ed una
serie di onde d’urto, simili a scariche di tuoni, ti colpisce e dalla luce sottostante,
distingui un agglomerato di minacciose nubi in avvicinamento.
Man mano che si apprestano a te queste assumono le sembianze di un ammasso di spire serpentine.
Ora questa cosa è a meno di un palmo dal tuo naso. Dal centro di quelle che sembrano delle viscere disgustose, una protuberanza
sferica emerge. Una lunga linea compare delicatamente e sembra tagliarlo in due
parti uguali.
E all'improvviso ecco spalancarsi un terrificante maligno occhio
giallo. Lo sguardo di quell'essere ti travolge e il dolore, che per qualche istante
sembrava averti abbandonato, ora prorompe nella tua mente, sconvolgendola.
Rivivi lo strazio del tuo corpo che si frantuma per l'impatto. Senti le tue interiora dilaniarsi fino a scoppiare; percepisci le tue ossa
artificiali fatte di legno e metallo, contorcersi e fuoriuscire; provi di nuovo
la sconvolgente sensazione dello strapparsi dei tuoi arti dal busto; ed infine,
ancora una volta, odi lo schiocco sordo del tuo collo che si spezza e senti
la tua testa che viene eradicata dalle tue spalle; e l’unica cosa che riesci a
fare, sopraffatto da questo dolore folle, è urlare.
---------------
Un grido lacerante erompe nel silenzio della notte di questo
inizio autunno, sulla strada verso Teschiorotto.
Un urlo così agonizzante e talmente pieno di dolore, che fa sobbalzare
tutti, compresi Dotty e Mogg.
I sei compagni accorrono da Chronicle, che nel frattempo è scattato in piedi con le braccia spalancate verso il cielo, continuando ad alternare grida
spaventose, a parole senza senso.
“Stava compiendo una delle sue magie. Era in uno stato di
trance, come l’ultima volta.” dice Polgara con voce tremante, “E poi ha
iniziato a contorcersi come un verme ed ora guardatelo…”
“Ma cosa diavolo sarà successo…?”, chiede istintivamente Talon
senza pretendere una risposta.
“È ovvio.”, risponde Cask laconico: “Qualcosa è andato
storto. Maledetti arcanisti. Voi e i vostri fottuti incantesimi.” E il suo
sguardo contrito cadde sul mago che si stava avvicinando.
Marsh e il nano Dwarlran (una delle forme che il cangiante sembrava
preferire ultimamente), erano nel frattempo impegnati ad immobilizzare Chronicle.
“Stava cercando di porre domande ad entità oltre il piano
materiale.”, commentò Caleb.
Poi concluse in tono cupo: “Temo per le risposte che ha ottenuto.
E, soprattutto, per chi gliele ha date.”
Nessun commento:
Posta un commento