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venerdì 16 ottobre 2020

Fumo sopra Cornogorgone

Il barbaro era in pessime condizioni. Pol e Talon lo aiutarono a rimuovere le decine di frecce che puntellavano il suo corpo.

"Cask, se tu non fossi CASK, ti avremmo dovuto seppellire…" gli disse Pol mentre gli estraeva l'ultima freccia dalla schiena.

"Sono molto stanco…" commentò lui, lasciandosi scivolare a terra. "Devo riposare… maledette anime… non fanno altro che urlare tutto il tempo…"

Nel frattempo Chronicle e Caleb erano intenti ad identificare gli oggetti di Tikulti, mentre Horo continuava a fissare il cadavere del nemico appena sconfitto.

"Non era chi diceva di essere." - Horo rifletteva sottovoce su quanto appena scoperto.

Tilkulti si rivelò non essere la guerriera hobgoblin che tradì i Portavoce. Era un doppleganger che agiva sotto mentite spoglie.

Molte domande assillavano la mente del cangiante.

Fu la vera Tikulti ad uccidere Yeera dei Kech Volaar? O fu il doppleganger?

Sarà mai esistita una hobgoblin chiamata Tikulti?

Perché tradì i Portavoce? E perché ora è un leader dei Portatori di Lame?

E la Lama di Ashurta dove sarà finita?

Agiva per conto proprio? Oppure no? Mmm… allora per conto di chi? E perché? Quali obiettivi stava perseguendo?

I pensieri di Horo furono interrotti da Chronicle che aveva appena terminato di identificare gli oggetti appartenuti al nemico.

"Dunque, facendo un inventario per nulla dettagliato, direi che abbiamo recuperato dai corpi dei caduti e dalla perquisizione dell'edificio centrale: 1.498 monete di platino e 2.312 monete d'oro." - il forgiato aveva il suo solito e irritante modo di esprimersi.

"Ci sono inoltre due grossi sacchi pieni di monete d'argento e rame, ma non abbiamo avuto tempo di contarli. Come non abbiamo avuto tempo di raccogliere oggetti, armi ed armature dai caduti." - concluse.

Il gruppo, tranne Cask, si radunò per fare il punto della situazione.

"Credo che questi stivali facciano al caso tuo." - intervenne Caleb porgendoli a Horo.

"Mentre lo stocco, se non vi dispiace, me lo terrei io." - sentenziò Chronicle rivolto a tutti. E nessuno ebbe da obiettare.

"C'è anche un'armatura di cuoio borchiato. E questi sono gli shuriken che il doppleganger ha usato contro Cask e Talon" - Caleb li mostrò al gruppo.

"Io ho bisogno di riposare. Quindi, se non vi dispiace, mi stendo per qualche minuto." - disse Marsh con voce affaticata dirigendosi verso una baracca.

"Dobbiamo riposare tutti." - suggerì Pol. Tutti annuirono e si cercarono un posto tranquillo.

Riuscirono a riposare per pochi minuti, giusto il tempo di riprendere fiato, quando udirono in lontananza un suono cupo. Era il ritmo marziale di tamburi da guerra.

Corsero verso il portone meridionale. Si radunarono sulle macerie della palizzata e tentarono di scrutare l'orizzonte. 

Non potendo scorgere nulla, Chronicle inviò il suo gufo a controllare e dopo qualche minuto, mentre il rumore si faceva sempre più forte, il forgiato si rivolse preoccupato verso gli amici: "È un esercito. Sono in formazioni identiche a quelle che abbiamo appena affrontato."

Cask storse il naso e soppesò il Pugno di Ignitus, facendo capire che era pronto alla battaglia.

"Fratello, non credo che potremmo affrontarli.", disse Chronicle rivolto al forgiato. "Sono almeno una ventina di compagnie. Cinque volte di più di quelle che abbiamo affrontato qui. Stanno avanzando in formazione compatta e in mezzo c'è qualcosa." il mago cambiò tono.

"È una strano ed inquietante veicolo corazzato. Sembra una macchina d'assedio o peggio. Sembra fatta di pietra ed è circondata da rune brillanti. Inoltre ha una specie di cerchio metallico al centro, con due bracci di legno arcuati che si protendono verso questo cerchio. Ha delle protuberanze che sembrano denti e una strana sfera simile ad un gigantesco seme proprio al centro."


Mentre gli altri ascoltavano chiusi in un preoccupato silenzio, Chronicle concluse: "Saranno qui in meno di due ore, ma potrebbero inviare esploratori in avanscoperta. Dobbiamo decidere in fretta."

"EHI GUARDATE!" - Pol indicò qualcosa nel cielo.

La sagoma inconfondibile della Saetta Scarlatta si stagliava nel cielo plumbeo. 

"Sarebbe meglio preparare un segnale con del fuoco o inviare uno di quei messaggi che voi maghi potete usare e dirgli di venirci a prendere." - suggerì Cask rivolgendosi a Caleb e Chronicle.

Dopo aver annuito, Caleb si puntò indice e medio sulla tempia e si concentrò per utilizzare la magia capace di metterla in comunicazione con Tylnis Corbett, comandante della Saetta Scarlatta.

Buongiorno Tylnis. Ci troviamo a sud dell'accampamento. Ti chiediamo di scendere e venirci a recuperare. Dobbiamo tornare a Kennrun. URGENTE!

"Ha confermato." - disse Caleb. "Guardate. Ha già corretto la rotta."

"A proposito!" - esclamò all'improvviso Pol. "Ma dove sono finiti Kaas'hirot e il vecchio Gallan Torendar?"

"Già." - ribatté Talon. "Mi ero completamente scordato di quei due. Ma non dovevano essere qui nei dintorni? Per la luce di Olarune, non abbiamo tempo di andare a cercarli!"

"L'avevo detto che sarebbero stati un peso. Che ora è diventato un problema." - sentenziò Cask. "Un vecchio sgangherato e un giovane dar che non sa combattere. Utili come la ruggine sugli ingranaggi."

"Appena Tylins ci farà imbarcare, li cercheremo dall'alto." - suggerì Marsh.

"Sempre che tu non abbia altre cose da cercare con il capitano… magari nella sua cabina…" - gli rinfacciò Pol, strappando una risata generale.

"Mi sembra proprio che tu stia esagerando. Cosa ti fa credere che questo pos…" - ma il rimbrotto di Marsh fu interrotto da un crepitio che sembrava l'esplosione di un fulmine.

L'orizzonte si tinse di viola e verde per pochi istanti. La Saetta Scarlatta scartò di netto nel tentativo disperato di cambiare rotta. I sette guardavano sgomenti il movimento dell'aeronave, tentando di capire cosa stesse succedendo.

Poi, dal cielo meridionale, una strana sfera simile ad un sole nero, circondato da spire verdastre di energia arcana, sorse a poppa dell'aeronave di Tylnis. Vista dalla loro prospettiva, quella cosa sembra lenta, pesante, praticamente prossima a precipitare.

Invece continuò la sua traiettoria crudele e costante. Nonostante la straordinaria manovra evasiva, la Saetta Scarlatta non poté evitare l'impatto.

Un potente lampo verde illuminò il cielo, accecando per un istante gli eroi.

Quando l'effetto abbagliante terminò, un boato simile ad un tuono li raggiunse.

E al di sotto delle grigie nubi, la Saetta Scarlatta, avvolta da lingue di fiamme verdi, precipitava rapida ed inesorabile.